Altro attacco di Israele con obiettivo il centro di aiuti umanitari della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) a Rafah nel sud della Striscia di Gaza.
Al Jazeera riporta numeri drammatici che non possono passare sotto traccia e che lasciano spiazzati.

L’emittente ha sottolineato che inoltre un’altra persona è stata uccisa e una ferita vicino al Corridoio di Netzarim, nella Striscia di Gaza centrale, su un altro sito della Ghf. Notizie inquietanti che parlano di una guerra che va avanti nonostante più volte si sia parlato di tregua e di situazione in prossimità verso la pace.
Intanto il Governo di Gaza, come riportato ancora da Al Jazeera, esprime la sua opinione sulla situazione: “Le uccisioni riflettono la natura di queste aree come trappole mortali di massa, non come punti di soccorso umanitario. Ciò che sta accadendo è un uso sistematico e doloso degli aiuti come strumento di guerra, impiegato per ricattare i civili affamati e radunarli con la forza in punti di morte esposti e guidati dall’esercito di occupazione, finanziati e politicamente coperti dall’amministrazione Usa, che porta la responsabilità morale e legale di questi crimini”.
Gaza, arriva l’ok di Hamas al piano Usa
Intanto in queste ultime ore si parla molto dell’ok di Hamas al piano Usa cosa che ha sollevato non poche polemiche. Il gruppo terroristico avrebbe un’opinione positiva della proposta di tregua arrivata da Steve Witkoff, ma per mettersi a trattare vuole delle rassicurazioni e pone delle condizioni.

Intanto Al-Rad, noto canale egiziano, sottolinea come la fazione palestinese vorrebbe il rientro dei rapiti in Israele in cinque fasi, anziché due. Israele ha considerato questa ipotesi come un “rifiuto del piano Usa” mentre Witfkoff ha considerato la risposta di Hamas “inaccettabile” specificando come questa controproposta non possa che portare indietro le cose.
Hamas avrebbe chiesto un cessate il fuoco di sette anni e non di 60 giorni come riportano fonti israeliane al Times of Israel. Arriva una precisazione di Basem Naim, alto funzionario di Hamas, che a Reuters ha spiegato come il movimento islamista non abbia respinto la proposta presentata da Witkoff, ma che la risposta di Israele alle condizioni di Washington era incompatibile con quanto Hamas aveva concordato.
La situazione rimane dunque molto instabile con parti che si contraddicono e non riescono ad arrivare al risultato finale. Insomma difficile trovare una soluzione in un momento in cui ancora molte cose vanno chiarite e in cui purtroppo la guerra andrà ancora avanti.