È morta il suo primo giorno di lavoro Anna Chiti, studentessa di 17 anni. La giovane ha perso la vita in un incidente nautico a Venezia.
La Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo d’inchiesta sull’accaduto, affidando le indagini alla capitaneria di porto. Al momento non ci sono indagati, ma il papà di Anna, Umberto Chiti, ha tuonato: “Voglio la verità”.
Stando alle prime ricostruzioni la ragazza è caduta dall’imbarcazione già ormeggiata, ed è rimasta agganciata con una cima all’elica. Anna Chiti era originaria di Treviso e studiava al Liceo nautico di Venezia all’indirizzo Trasporti e logistica e conduzione del mezzo marino. La tragedia è avvenuta a bordo i un catamarano dove era in corso una festa in costume, organizzata da una comitiva di ragazzi africani.
La tragedia di Anna Chiti, i soccorsi
Il primo a provare a soccorrere la 17enne è stato il comandante, che si è tuffato per aiutarla ad emergere, ma non è riuscito a liberarla dalla corda. Subito dopo sono intervenuti i sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno liberato la giovane dalla cima. L’hanno quindi portata a riva, dove i soccorritori hanno provato per lungo tempo a rianimarla. Per Anna Chiti, però, non c’era già più nulla da fare.
La 17enne presentava una profonda ferita alla testa causata molto probabilmente all’impatto con l’elica. La sede storica dell’Istituto frequentato da Anna si trova a poche centinaia di metri dalla darsena di Sant’Elena, dove ha perso la vita. Fra un anno avrebbe terminato il suo corso di studi, e sarebbe diventato allievo ufficiale di coperta. “Era una ragazza piena di vita, appassionata – l’ha ricordata il preside Michelangelo Lamonica – che oltre ad avere buoni voti si impegnava anche in attività peer to peer con gli studenti più piccoli”.
Adesso sono al vaglio delle autorità le telecamere di sorveglianza. L’obiettivo è ricostruire quanto accaduto. In queste ore potrebbero essere ascoltate varie persone, tra cui molti turisti, che erano presenti a bordo de catamarano. È inoltre al vaglio degli investigatori il contratto di lavoro e la mansione della ragazza, che era al suo primo giorno di lavoro. La salma della giovane è a disposizione per una eventuale autopsia.
“Voglio la verità, mia figlia non doveva fare nessuna manovra. Per una barca di quelle dimensioni, che porta in giro i turisti, ci più voleva personale. – ha detto Umberto Chiti – Ci voleva più personale. Invece lei era da sola, col marinaio, e da quanto sapeva, era stata presa perché parlava molto bene l’inglese ma non era ancora pronta per tenere una barca o fare altro“.
