Terre rare, l’accordo è raggiunto. Cosa contiene l’intesa tra Trump e Zelensky che rappresenta “una pietra miliare per la fine della guerra”.
Il messaggio di Donald Trump a Vladimir Putin è forte e chiaro: è arrivata l’ora di sedersi e negoziare la pace in Ucraina. Ma è chiaro anche il messaggio a Volodymyr Zelensky: l’aiuto Usa a Kiev ha un prezzo. E se il Paese non può restituire i soldi Usa spesi in aiuti militari, l’Ucraina deve in qualche modo sdebitarsi. Può essere riassunto così il senso dell’accordo raggiunto nella notte italiana tra Ucraina e America sulle terre rare.
Anche se nei giorni scorsi il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha escluso che gli aiuti Usa fossero menzionati nell’accordo come obbligazioni di debito, Donald Trump ha dichiarato di averlo firmato per “avere garanzie” sui soldi spesi per gli aiuti militari e finanziari in Ucraina nella guerra contro la Russia. Il tycoon porta a casa un investimento sulle risorse minerarie, in cambio del continuo supporto a Kiev.
Del resto, proprio lui nei giorni scorsi ha ribadito che gli Usa hanno inviato “350 miliardi di dollari all’Ucraina”, mentre l’Europa “100 miliardi” sotto forma di “prestito. Noi abbiamo dato molto di più senza alcuna garanzia: quindi abbiamo fatto un accordo perché non possiamo fare la figura degli stupidi”.
L’intesa è finalmente arrivata dopo una serie di imprevisti che l’hanno fatta slittare e rischiato di farla addirittura saltare. Come dimenticare la lite tra Zelensky e Trump nello Studio Ovale e il presidente ucraino che lasciava la Casa Bianca dopo aver provocato una spaccatura con uno degli alleati più importanti.
L’accordo sulle terre rare è stato anche uno dei motivi per cui negli ultimi mesi i rapporti tra America ed Europa si sono fatti più difficili. In un contesto già difficile per i dazi, Putin non ha mai fatto mistero di voler condurre i negoziati lasciando fuori Bruxelles e trattare solo con Trump. Questo ha messo l’Europa in secondo piano, complicando il dialogo. E nel contesto di equilibri internazionali in continuo cambiamento, l’11 marzo è finalmente arrivato l’ok di Trump a firmare l’intesa, nonostante l’episodio nello Studio Ovale.
E gli imprevisti non sono mancati neppure nelle ore successive alla firma, quando Kiev ha chiesto più tempo per tradurre e poi firmare i tre documenti scritti in inglese dalla Casa Bianca. La mattina del Primo Maggio italiano è infine arrivata la notizia. Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha definito la firma tra Washington e Kiev “una pietra miliare nel nostro comune obiettivo, un passo importante per porre fine a questa guerra”.
Ma cosa prevede l’accordo sulle terre rare tra Usa e Ucraina? A dare i dettagli è stato per primo Zelensky. Innanzitutto, l’America avrà accesso privilegiato a nuovi progetti di investimenti per lo sviluppo di risorse come alluminio, gas naturale, petrolio e grafite.
Il fondo sarà gestito in equa misura tra Usa ed Ucraina, che avranno eguali diritti di voto. Sarà alimentato da risorse sia americane sia di Kiev, che saranno reinvestite interamente nel Paese dell’Est Europa. Trump ha così ottenuto le risorse minerarie ucraine e allo stesso tempo Zelensky non figurerà come il presidente che ha svenduto l’Ucraina. L’accordo non ha nulla a che vedere con l’ingresso dell’Ucraina in Europa, che potrà avvenire ugualmente quando avrà i requisiti per farlo.
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