Il Fisco intensifica le verifiche sulle partite iva: devi stare molto attento potresti incorrere in pesanti sanzioni.
Le partite IVA, in particolare chi opera nel regime forfettario, sono finite sotto stretta osservazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Negli ultimi mesi, infatti, i controlli si sono intensificati e hanno già coinvolto migliaia di contribuenti sospettati di aver usufruito ingiustamente della tassazione agevolata.

La soglia dei 65.000 euro di ricavi rappresenta il punto critico: chi l’ha superata senza dichiararlo rischiando conseguenze non solo fiscali, ma anche sanzionatorie. Vediamo più da vicino come funzionano le verifiche e cosa comportano i professionisti coinvolti.
Fisco, come si svolgono i controlli sulle partite iva
L’Agenzia delle Entrate non si limita più a controllare le dichiarazioni dei redditi. L’analisi si estende ai conti correnti, ai movimenti con carte prepagate, ai bonifici e persino alla disponibilità patrimoniale dei contribuenti. Incrociando questi dati, il Fisco è riuscito ad individuare chi, già nel 2021, aveva superato i 65.000 euro di ricavi, continuando però ad avvalersi del regime forfettario anche nel 2022.
La normativa è chiara, chi oltrepassa la soglia dei ricavi in un anno, deve automaticamente abbandonare il regime agevolato a partire dall’anno successivo. Restare nel forfettario significa godere di un’imposta sostitutiva più bassa, ma in modo illegittimo. Questo comporta per il contribuente non solo la perdita dei benefici fiscali, ma anche il ricalcolo delle imposte dovute con il regime ordinario.

Chi è stato individuato come “fuori regola” dovrà pagare la differenza di imposta tra il regime agevolato e quello ordinario. E non è tutto, al conto si aggiungono sanzioni e interessi maturati. Inoltre, il passaggio al regime ordinario riporta con sé una serie di obblighi che nel forfettario erano sospesi, come la tenuta della contabilità, la liquidazione IVA periodica e il rispetto delle addizionali comunali e regionali.
Non tutte le anomalie sono automaticamente considerate irregolarità. L’Agenzia, infatti, per evitare contestazioni infondate, ha verificato che i contribuenti sospetti hanno superato la soglia anche nel 2022, con ricavi oltre gli 80.000 euro. In questo modo vengono esclusi episodi sporadici, come il riscatto di una polizza o una vincita, e vengono colpiti solo coloro che hanno realmente beneficiato in maniera impropria della tassazione ridotta.
Il ritorno al regime ordinario può pesare parecchio. Oltre a dover affrontare l’IRPEF a scaglioni, addizionali e obblighi IVA, i contribuenti coinvolti rischiano di trovarsi a versare somme molto più alte del previsto. Considerando che nel 2022 erano ancora in vigore cinque aliquote IRPEF, l’impatto fiscale può diventare particolarmente gravoso, soprattutto per chi non aveva accantonato risorse sufficienti. Per chi teme di essere coinvolto, la parola d’ordine è trasparenza. È fondamentale monitorare attentamente i propri ricavi e non affidarsi a scorciatoie rischiose. .