Non sempre le spese condominiali arretrate vanno pagate: ecco quando scadono definitivamente

Economia

By Francesca Petriccione

Le spese condominiali non restano arretrate per sempre: la legge stabilisce dei termini precisi entro i quali possono essere richieste.

Vivere in condominio comporta vantaggi e doveri, e tra questi ultimi rientra il pagamento puntuale delle spese comuni. Tuttavia, può capitare di ritrovarsi con richieste arretrate, magari risalenti a molti anni fa.

casetta con soli, spese condominiali
Non sempre le spese condominiali arretrate vanno pagate: ecco quando scadono definitivamente – buongiorno.it

Non tutti sanno che la legge stabilisce un limite oltre il quale il condominio non può più pretendere quei soldi. In altre parole, anche le spese condominiali “scadono”. Vediamo in che modo e in quali casi non sei più tenuto a pagarle.

Spese condominiali, quando vanno pagate anche se arretrate

Il Codice Civile articolo 2948 fissa i termini di prescrizione per i debiti legati alla vita condominiale. Se sono spese ordinarie: si prescrivono in 5 anni e rientrano qui le spese di pulizia delle scale, illuminazione delle aree comuni, piccole manutenzioni come la sostituzione di lampadine o serrature. Mentre se sono spese straordinarie: hanno un termine di prescrizione di 10 anni e si tratta di lavori di manutenzione straordinaria, rifacimento facciate, ristrutturazioni o opere di rilievo sulle parti comuni. Trascorso questo tempo senza alcuna azione da parte dell’amministratore, il debito si estingue e non deve più essere pagato.

Attenzione, però che il conteggio non è sempre lineare. Se il condominio compie determinati atti per richiedere il pagamento, i termini ricominciano da zero. Gli esempi sono l’invio di una raccomandata con richiesta di saldo, notifica di un decreto ingiuntivo, avvio di una causa civile.

chiavi di casa e calcolatrice
Spese condominiali, quando vanno pagate anche se arretrate – buongiorno.it

Se un condomino non paga e le azioni legali non hanno effetto, la legge consente al creditore di rivalersi sugli altri proprietari. In pratica, gli altri condomini potrebbero trovarsi a coprire la quota del moroso in proporzione ai millesimi di proprietà. Per evitare situazioni spiacevoli, alcuni condomini decidono di istituire un fondo comune, così da gestire più facilmente eventuali insolvenze.

Un punto delicato riguarda gli immobili venduti o ereditati. La normativa (art. 63 disp. att. c.c.) stabilisce che sia il venditore che il nuovo acquirente rispondono delle spese non pagate nell’anno del rogito e in quello precedente. Questo significa che l’amministratore può chiedere il saldo a entrambi.

Gli affittuari sono responsabili solo delle spese ordinarie e degli oneri accessori ovvero pulizia, ascensore, riscaldamento centralizzato, illuminazione e perfino il servizio di portineria. In questo caso, però, la prescrizione è molto più breve: 2 anni dalla richiesta del proprietario. Se l’inquilino non paga, il proprietario può interrompere la prescrizione con una formale richiesta scritta. Inoltre, in caso di mancato pagamento pari o superiore a due mensilità di canone, è possibile arrivare perfino allo sfratto.

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