Papa Leone XIV fa una battuta su Sinner con i giornalisti: “Una partita a tennis? Certo, ma senza di lui”. L’incontro tra il Pontefice e i cronisti provenienti da tutto il mondo.
“Una partita a tennis? Sì, ma senza Sinner”. Papa Leone XIV fa una battuta sul tennis in occasione del primo incontro con i giornalisti provenienti da tutto il mondo che questa mattina lo hanno incontrato nell’Aula Paolo VI.
Al termine della conferenza, un cronista ha scherzato sulla passione del Pontefice per il tennis, proponendogli di organizzare una partita di beneficenza per le pontificie opere missionarie. “Certo, va bene”, ha risposto il Santo Padre. Il giornalista ha detto: “Io porto Agassi”, e Leone XIV ha a sua volta replicato: “Basta che non porti Sinner”, giocando sul fatto che con il numero uno al mondo non ci sarebbe partita e anche sul doppio senso con l’inglese, perché il cognome del campione di tennis in italiano si traduce peccatore.
“Gioco, ma non bene”, ha aggiunto il Pontefice. Ma la passione per lo sport non è stato l’unico argomento sul quale ha scherzato con i cronisti presenti. Durante i saluti finali infatti, Leone XIV ha chiesto a monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, se spettasse a lui distribuire i rosari ai presenti. Alla risposta negativa, ha detto ai giornalisti: “Sto ancora imparando“.
Momenti scherzosi a parte, tanti sono stati i momenti di riflessione nel corso dell’incontro con oltre 5mila giornalisti che è cominciato con un lungo applauso dei presenti: “Grazie per questa bella accoglienza”. Tra questi, il linguaggio, per la precisione l’importanza delle parole. Il Papa ha esortato i giornalisti a svolgere la professione in modo “diverso” e non aggressivo, all’insegna della verità.
“Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto e state facendo in questo tempo, che per la Chiesa è essenzialmente un tempo di Grazia”, ha detto ancora Leone XIV. “La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, li ascoltiamo, ne parliamo. Il modo in cui comunichiamo è fondamentale: dobbiamo dire no alla guerra delle parole e delle immagini, respingere il paradigma della guerra”.
Il Pontefice ha esortato poi i cronisti ad essere operatori di pace e ha fatto riferimento all’importanza della libertà di stampa, che tutti i Paesi devono impegnarsi a custodire. E ha chiesto la liberazione dei giornalisti in carcere per aver cercato e raccontato la verità.
“Permettetemi di ribadire la solidarietà ai giornalisti incarcerati per aver cercato e raccontato la verità e di chiederne la liberazione”. Perché la Chiesa “riconosce in questi testimoni il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli ad essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere”.
Non è mancato infine, un riferimento all’importanza dell’Intelligenza artificiale, che ha un “potenziale immenso” di fronte al quale bisogna avere “responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità”.
Non dimenticare mai di dare voce a chi non ce l’ha, è un altro messaggio di Leone XIV: “Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di incoraggiare la voce dei deboli che non hanno voce”.
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