“La famiglia Poggi è da settimane vittima di una assillante campagna diffamatoria da parte di organi di informazione e social”.
È lo sfogo diffuso poche ore fa i legali della famiglia di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna hanno puntato il dito contro la trasmissione Le Iene.
Proprio nella serata di ieri, infatti, il programma Mediaset ha mandato in onda su Italia Uno un nuovo servizio riguardante le nuove indagini sul delitto di Garlasco. Le Iene hanno adombrato una presunta relazione sentimentale di Chiara con un uomo adulto, utilizzando a tal fine le risalenti dichiarazioni di una persona deceduta. Dichiarazioni che, secondo i legali dei Poggi, già all’epoca dei fatti furono ritenute del tutto false.
“La continua sovrapposizione fra fughe di notizie, vere o presunte, – si legge nella nota – riguardanti l’attività di indagine e le autonome ricostruzioni romanzesche liberamente costruite dai soggetti più vari, ha determinato l’incontrollabile diffusione di ogni genere di insinuazioni. In totale dispregio della realtà dei fatti e del rispetto dovuto a ogni singola persona a qualsiasi titolo coinvolta nelle vicende in questione”.
I legali hanno sottolineato poi che auspicano che le autorità preposte possano contribuire a porre fine “a simili reiterate condotte illecite”. Ed hanno annunciato che la famiglia Poggi provvederà a ogni opportuna iniziativa giudiziaria a tutela della dignità e dell’onore di Chiara. Poche ore prima anche la famiglia Cappa ha deciso di tutelarsi. Ciò “a fronte di notizie a carattere diffamatorio diffuse dagli organi di stampa e dai social. Notizie che nulla hanno a che vedere con pretesi ma inesistenti obiettivi di giustizia”.
Bisogna ricordare che le gemelle Cappa, Stefania e Paola, cugine della vittima, sono finite al centro delle cronache del delitto pur non essendo indagate dalla Procura della Repubblica di Pavia. Le polemiche si sono scatenate dopo la diffusione di alcuni messaggi che Paola ha inviato ad un conoscente e nei quali si accenna ai fatti di Garlasco. “La famiglia Cappa – avvertono i legali – comunica che non tollererà oltre questo modo di agire illecito e contrario alle norme di civile convivenza”.
Intanto è stata fissata al primo luglio la decisione della Cassazione chiamata a valutare i “criteri motivazionali” decisi dal Tribunale della Sorveglianza di Milano. Criteri contestati dalla Procura generale nel provvedimento con cui ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi. Quest’ultimo è stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Stasi è finito nuovamente nel mirino delle autorità proprio a seguito di un’intervista a Le Iene.
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