Fondi europei destinati al settore agricolo ottenuti senza averne alcun diritto. Le forze dell’ordine hanno arrestato 14 persone ma sono 41 i soggetti indagati in totale.

L’inchiesta è stata coordinata dall’Ufficio dei Procuratori europei delegati di Napoli ed eseguita sul campo dalla sezione Eppo dei carabinieri. I militari hanno dato seguito anche ad un decreto di sequestro per oltre 1.137.000,00 euro.
La sezione Eppo (European Pubblic Prosecutor Office) del Nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Napoli è stata appositamente costituita nel 2021 (insieme a quelle di Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma e Palermo). Si occupa del contrasto ai cosiddetti reati Pif (Protezione degli interessi finanziari). Si tratta di reati che ledono gli interessi finanziari dell’Ue, di competenza della Procura Europea, istituzione indipendente operativa dal 1 giugno 2021, con sede in Lussemburgo.
Il ruolo dei pubblici ufficiali in servizio presso la Regione Campania
Tutti gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate ai danni dell’Unione europea, delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione e falso. Un’attività d’indagine complessa, svolta tra il 2022 e il 2024. Le autorità hanno svelato l’esistenza di una stabile struttura organizzativa che avrebbe operato, secondo le risultanze investigative, con l’ausilio di pubblici ufficiali in servizio presso la Regione Campania.
Questi ultimi avrebbero asservito le proprie funzioni pubbliche agli interessi del gruppo criminale, nonché di liberi professionisti. Le attività illecite si sarebbero concentrate principalmente sull’indebita percezione di fondi europei destinati al settore agricolo e allo sviluppo delle aree rurali. In pratica venivano presentate richieste di finanziamento basate su dati non veritieri. Dati creati artatamente mediante accordi strumentali e compiacenze di tecnici agrari e funzionari della Regione Campania.

Tutto ciò avrebbe permesso ai titolari delle aziende coinvolte di scalare le graduatorie regionali, consentendo la concessione dei cospicui fondi appositamente stanziati. Parallelamente, si sono delineate condotte di corruzione, con l’accettazione della promessa di percentuali sui contributi ottenuti o richiesti. Inoltre, stabilmente al servizio del sodalizio criminale, vi era un appartenente alle forze dell’ordine, attualmente in quiescenza ma operativo all’epoca dei fatti.
Il pubblico ufficiale avrebbe avuto il ruolo di riferire di eventuali indagini svolte in merito alle truffe ai danni dell’Unione europea. Avrebbe poi dovuto depistare le indagini in corso effettuando atti ideologicamente falsi e di fornire “consulenze” ai richiedenti i fondi. Si tratta di un primo importantissimo risultato ottenuto in Italia per il contrasto all’indebita percezione di fondi europei.