Un sistema corruttivo legato all’aggiudicazione di appalti pubblici per la manutenzione stradale a Roma. È questa l’ipotesi che ha portato questa mattina Procura e guardia di finanza ad effettuare un’ampia operazione nella Capitale.

Le fiamme gialle hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di cinque persone, finite in carcere, e diciassette società, destinatarie della misura interdittiva del divieto di contrarre con la Pubblica amministrazione.
Tra gli arrestati c’è anche l’imprenditore Mirko Pellegrini. L’uomo era già finito al centro di un’indagine nei mesi scorsi per fatti analoghi. La guardia di finanza lo aveva perquisito già a novembre scorso. Insieme a lui sono altre quattro persone raggiunte dalla misura: Simone Pellegrini, Flavio Verdone, Roberto Filipponi e Alessandro Di Pierantonio. Secondo i pm Pellegrini avrebbe costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati.
Blitz a Roma, le società prestanome di un unico gruppo imprenditoriale
Tra le accuse ci sono turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio ed autoriciclaggio. L’obiettivo era raggiungere illecitamente contratti d’appalto di lavori da Roma Capitale, e da altri enti pubblici. Si lucrava illecitamente attraverso fraudolenti risparmi di spesa e falsa documentazione contabile. Al lavoro per mesi i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma.
Gli indagati avrebbero costituito una serie di società intestate a prestanome riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale attivo nel settore dei lavori di manutenzione stradale. Attraverso tali società l’organizzazione si sarebbe aggiudicata, anche mediante accordi o promesse corruttive, diversi appalti di lavori per il rifacimento di arterie stradali di grande viabilità, banditi da Roma Capitale e Astral spa – Azienda strade Lazio.

L’aggiudicazione sarebbe avvenuta in diversi casi attraverso il turbamento della procedura di gara. In pratica venivano fatte figurare come offerenti più società, solo apparentemente non tra loro collegate, riconducibili a un unico centro di interessi. Sono stati, inoltre, raccolti rilevanti elementi indiziari relativi a condotte di frode poste in essere dagli indagati nell’esecuzione dei lavori oggetto degli appalti.
In particolare, le ditte aggiudicatarie avrebbero beneficiato di un illecito abbattimento dei costi di esecuzione in ragione dell’applicazione di un manto di asfalto di spessore inferiore rispetto a quello pattuito. O utilizzando materiali di qualità e quantità inferiore rispetto a quanto stabilito dai capitolati di gara. Sia Roma Capitale sia Astral hanno avviato indagini interne già al tempo dell’apertura dell’inchiesta. In questo modo gli Enti hanno collaborato sia con la Procura sia con la guardia di finanza per smantellare il presunto sistema illecito.