Dal 2025 il Bonus mamme lavoratrici non arriverà più in automatico ogni mese: ecco come funziona il nuovo sistema.
Negli ultimi anni il Bonus mamme lavoratrici ha rappresentato un aiuto importante per molte famiglie italiane, ma dal 2025 le regole cambiano. Niente più accredito mensile diretto in busta paga, il contributo sarà erogato in un’unica soluzione a dicembre e solo a chi presenterà domanda all’INPS.

Una modifica che richiede più attenzione, perché dimenticare la richiesta potrebbe significare perdere fino a 480 euro. L’obiettivo rimane lo stesso ovvero sostenere le madri che lavorano e hanno figli a carico, ma con un meccanismo rinnovato e requisiti precisi.
Come funziona il nuovo bonus mamme lavoratrici
Con il Decreto Legge del 30 giugno 2025, lo Stato ha introdotto un sistema rivisto per il contributo destinato alle mamme lavoratrici. L’importo resta legato ai mesi effettivamente lavorati: 40 euro per ogni mese o frazione di mese, dal 1 gennaio al 31 dicembre. Chi lavora tutto l’anno può arrivare così al tetto massimo di 480 euro.
Non tutte le mamme, però, possono accedere al beneficio. I requisiti principali sono: almeno due figli e reddito annuo da lavoro non superiore a 40.000 euro, contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato, attività come libera professionista o autonoma. Per chi ha due figli, il bonus è erogato fino ai 10 anni del figlio più piccolo e per chi ha tre o più figli, la soglia si estende fino ai 18 anni del minore.

La novità più importante è che il bonus non sarà più versato in automatico. Per ottenerlo bisognerà presentare un’apposita domanda all’INPS. L’istituto, dopo le verifiche sui requisiti, erogherà l’importo in un’unica tranche a dicembre.
Questo significa che se non si presenta la domanda entro i termini stabilità, l’importo non verrà erogato e il pagamento sarà esentasse e non influirà sul calcolo del reddito o dei contributi previdenziali. Il consiglio è preparare in anticipo tutta la documentazione: certificato di nascita o codice fiscale dei figli, contratto di lavoro e dati reddituali.
Il rischio più grande con il nuovo sistema è dimenticare la domanda. Il passaggio dall’erogazione mensile automatica a un pagamento annuale su richiesta rende fondamentale segnare in agenda le cadenze e monitorare i canali ufficiali INPS. Questo cambiamento si inserisce in una politica più ampia di sostegno alla genitorialità, ma richiede alle lavoratrici un ruolo attivo nella gestione della pratica. Chi agirà per tempo, però, potrà contare su un aiuto economico che, pur non risolvendo tutti i problemi, resta un supporto concreto per un bel anno.