Il Governo mette in campo il bonus per convincere i lavoratori a non andare prima in pensione. Ma conviene davvero accettarlo?
Soldi o tempo? L’eterno dilemma che affligge l’umanità. E’ meglio avere più soldi o è forse meglio averne un po’ di meno ma godersi di più il proprio tempo? Non esiste una risposta giusta: ognuno ha il diritto di organizzare la propria vita come meglio crede.

Fatto sta che troppi pensionamenti anticipati prima dei 67 anni, stanno mettendo a dura prova le casse dell’Inps le quali non versano in buone condizioni. La Legge Fornero potrà anche non piacere ma una cosa è certa: ha consentito all’Inps di reggere almeno fino ad oggi.
Attualmente le misure per aggirarla e uscire prima dal lavoro sono tante, forse anche troppe e se troppe persone ne fruiscono ecco che allora l’Inps si troverà costretta a versare assegni previdenziali per un numero di anni via via maggiore. Come uscire da questa situazione? Il Governo ha deciso d’introdurre un bonus per convincere le persone a restare al lavoro fino a 67 anni rinunciando alla pensione anticipata.
Pensione anticipata o bonus? Ecco cosa conviene fare
Il Governo Meloni da mesi è a lavoro per cercare la strada giusta che traghetti l’Italia fuori dalla Legge Fornero senza, però, compromettere la situazione dell’Inps. Per il momento non sembra un traguardo prossimo al raggiungimento. Anzi: per evitare troppe uscite anticipate di massa dal lavoro, è stato messo in campo un bonus: un bonus per convincere i lavoratori a continuare a timbrare il cartellino.

Si tratta del bonus Giorgetti che, altro non è, che un’estensione del bonus Maroni. Quest’ultimo si rivolgeva solo ai lavoratori che, pur avendo perfezionato tutti i requisiti, rinunciavano ad andare in pensione a 62 anni con Quota 103. Il bonus Giorgetti, invece, si rivolge anche a chi rinuncia alla pensione anticipata ordinaria la quale consente di lasciare il lavoro a qualunque età purché i requisiti corrispondano almeno a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
In pratica con questa misura chi ha iniziato a lavorare a 18 anni e ha avuto una carriera continuativa, potrebbe accedere alla pensione a 60 anni: sette anni prima rispetto alla Legge Fornero. Sette anni in più di assegni da erogare per l’Inps. Dunque il bonus Giorgetti vuole essere un incentivo a restare al lavoro fino a 67 anni anche se si potrebbe smettere molto prima.
Ma in cosa consiste questo incentivo in concreto? Il lavoratore ogni mese riceverà in busta paga il 9,19% in più, cioè la quota di contributi Inps che dovrebbe versare lui. Conviene accettare? Dipende dalla situazione di ciascuno ma bisogna tenere conto di un fattore importante: quel 9,19% di contributi non verranno pagati da nessuno. Pertanto il lavoratore, al momento della pensione, anche se ha lavorato più anni, riceverà un assegno più basso di quello che avrebbe ricevuto se non avesse accettato il bonus Giorgetti.